Per questo fine settimana avevo promesso alla figlia di pernottare in un bivacco assieme alla sua amica. Ho pensato da subito a una gita fatta una ventina d’anni addietro: il sentiero che dal Cason di Lanza porta al bivacco Lomasti (segnavia 439 -440 ) rientrando il giorno successivo per un tratto della traversata carnica (segnavia 403), sia per la sua facile percorribilità sia per il bellissimo contesto naturalistico e, cosa non ultima, per dar un’occhiatina a possibili nuove cavità in zona. Una ricognizione infatti l’avevo progettata per la prima giornata nei pressi dell’abisso Silvio Polidori, e per il giorno successivo nell’ampia depressione della sella di Val Dolce. Incontri ravvicinati con 3 viperozze durante la prima ora di cammino ci hanno fatto desistere sullo scorrazzare spensierati tra le alte erbe nei pressi dei ruderi di casera Aip. Ma certamente torneremo nella verde conca in cui si apre l’abisso Silvio Polidori (478 Fr) se non altro per visitare questa singolare cavità.
Il giorno seguente son stati invece analizzati interessanti sprofondamenti che fungono da inghiottitoi temporanei tra la sella di Val Dolce e il Cason di Lanza.
Dovuta la visita alla Grotta di Attila con le bimbe entusiaste e cercatrici di antichi tesori ….prima di addentrarsi nella scura e antica roccia carbonatica le abbiamo raccontato la leggenda di questa grotta nella quale si narra che il condottiero degli Unni, in transito verso la penisola, abbia sotterrato in qualche anfratto della cavità il bottino delle sue scorrerie, ripromettendosi di riprenderlo al suo ritorno. Ma non passò più di lì e il suo tesoro sarebbe ancora nascosto all’interno della cavità……..abbiamo cercato ma nulla abbiamo trovato…ripiegheremo con una giocata al superenalotto, non si sà mai!
Ma da queste parti il vero tesoro è la distesa delle colorate e molteplici varietà di fiori che abbiamo ammirato, incorniciati dai massicci del monte Cavallo e della Creta d’Aip..
Foto Andrea & Michele