E’ passato un mese dall’uscita di ferragosto in Loch Kozicy, stavolta siamo in 5 e l’obiettivo è la giunzione con i rami di Clemente con adeguato servizio fotografico …
Siamo fermi da parecchie settimane e dobbiamo darci una mossa, ferve internet e le e-mail tempestano gli eletti: “prossimo sabato, che ne dici se si ritorna su in Gran Poiz?!” Risposta: “perfetto! Non vedo l’ora di chiudere almeno l’anello Loch-Clemente!”. E così la mattina del sabato all’alba ci ritroviamo nella mia macchina in 3 (io, Gianni e Mauro) con obiettivo una bella giunzione. Il tempo non è splendido, ma sembra reggere e non saremo soli, Janez ci informa che anche 2 amici pordenonesi attrezzati di apparecchiatura fotografica si aggiungeranno ai giochi così finalmente avremo anche delle foto interessanti delle condotte! Arrivati al solito parcheggio in Val Raccolana iniziamo il rituale della preparazione degli zaini ed ecco arrivare anche Ivan e Gianpaolo. Scendono dalla loro macchina ed iniziano ad estrarre materiale e materiale e ancora materiale dal baule: macchine fotografiche, illuminatori, batterie, cavalletti, bidoni stagni, valigette e ferri speleo. Una montagna di attrezzatura. Io perplesso – non conoscendo i presenti – becco in disparte Gianni e chiedo preoccupato: “ma sanno dove devono arrivare? Hanno una montagna di roba e ci muoviamo in giornata, dobbiamo essere rapidi …”. Janez perplesso annuisce. Parlottiamo scherzando e riusciamo a far ridurre al minimo il materiale fotografico che rimane comunque “imponente”.
Partiamo per la solita attività fitness con passo lento, ma costante e subito ci ritroviamo io e Mauro davanti, Janez, Ivan e Gianpaolo dietro. Ci guardiamo tristi: c’è umido ed afa che uccide anche chi sa già a cosa va incontro, i nostri amici ce l’avranno molto più dura di noi. Tempus fugit! Ci facciamo raggiungere da Gianni un paio di tornanti più in alto e decidiamo la tattica da adottare per salvare capra e cavoli: io e Mauro proseguiremo a passo “normale” mentre Janez farà da guida ai fotografi e ci raggiungerà il prima possibile. Vista la situazione i primi due dovranno puntare alla giunzione di Loch-Clemente, mentre gli altri dovrebbero limitare i “danni” entrando direttamente in Clemente facendo almeno le foto delle condotte “basse”. Annuiamo. Si riparte. Lentamente si sale. Casere Goriuda. Il parco giochi con traversi nella boscaglia. Il canalone. La radura. Finalmente raggiungiamo in 2 ore scarse l’ingresso di Clemente. Chiamiamo i nostri compagni “di sotto”. Silenzio: ahia. Ci atteniamo al piano prestabilito. Mangiamo, prendiamo fiato ed iniziamo a prepararci. Mentre stiamo impaccando le ultime cianfrusaglie finalmente ci raggiungono anche Janez, Ivan e un provatissimo Gianpaolo che però ha tenuto duro ed ha raggiunto inesorabile la meta. Bravo! Scambio di sguardi e capiamo tutto. Ci salutiamo e procediamo. Tutto come da copione.
Io e Mauro raggiungiamo l’ingresso “alto” di Loch ed inizio a far da mentore al mio compagno illustrandogli quanto già esplorato finora. Progrediamo spediti e raccogliamo il materiale d’armo strada facendo. Condotta, pozzetto, condotta, traverso, risalitina, condottine sfigate, via via …. fino al termine della poligonale della volta scorsa, stoppata alla partenza di un pozzo stimato sui 40 metri e bello largo (finalmente!). Mauro si mette all’armo mentre io sfodero il fidato Distox e quaderno da rilievo. Piantiamo qualche fix ed io ne approfitto per fare un paio di schizzi decenti degli ambienti. Alla partenza del pozzo scopriamo con stupore anche un camino con corda da risalire: fidarsi o no di attacchi ignoti!? Non oggi, perché dobbiamo assolutamente congiungere! Scendiamo il pozzo maestoso su roccia sanissima. Ambienti grandi. Goduria. Giunti alla base percepiamo luci e suoni. Sono Janez, Ivan e Gianpaolo che sopraggiungono da Clemente. GIUNZIONE!!! Con un paio di ultime battute sbuchiamo nella galleria di Clemente. Sorrisi di tutti. I fantastici 3 continuano a scattar foto mentre io e Mauro ci rilassiamo. Ripongo la mia attrezzatura da rilievo. Proseguiamo nei rami della “luganiga”: notevoli le condotte anche lì, ma questa è un’altra storia perché il tempo è già giunto al termine: dobbiamo appena risalire e soprattutto scendere a valle …
Io e Mauro ci godiamo l’uscita da Clemente dopo essere entrati dall’ingresso di Loch mentre gli altri limano qualche foto in più nelle condotte. Siamo fuori e non piove. Ci scambiamo una stretta di mano. Anche questa è fatta. Ora non resta che scendere a valle, ma purtroppo siamo a fine settembre e la luce svanisce molto presto. Sono le 19.00 e con rassegnazione constato che dovremo usare le lampade frontali. Che bello, questa ancora mi mancava: 2 ore di discesa su tracce impestate, al buio e sfatti. Io e Mauro partiamo di nuovo per primi, ma raggiunta la partenza del canalone siamo subito costretti a tirar fuori le luci: super. Scendiamo circospetti: fortunatamente durante il giorno il terreno si è asciugato completamente e i passi sono sicuri. Fosse stato come stamattina ci saremmo già ammazzati un paio di volte. Ripercorriamo il tracciato in “braille” e raggiungiamo finalmente il sentiero battuto per Casera Goriuda. Decidiamo di fermarci ad aspettare i nostri 3 compagni: ci vorrà mezz’ora buona per rivederli. Stesi sulla roccia al buio io e Mauro osserviamo il cielo trapuntato di stelle. Parliamo sottovoce. Atmosfera di pace con lo scheletro rotto … Ad un tratto ci ritroviamo finalmente tutti assieme di nuovo, scambiamo qualche battuta e riprendiamo la discesa infernale. Buio pesto. Arriviamo a valle alle 21.30. Stanchissimi, ci fermiamo doverosamente a Resiutta per rifocillarci. Ci irridiamo vicendevolmente sulle nostre misere condizioni. Poi per farci del male facciamo la conta degli anni: una tragedia. Siamo tutti ABBONDANTEMENTE over 40 e qualcuno sentenzia arguto: “il futuro della speleologia sarà senz’altro NOSTRO!”. Sipario.
Partecipanti: Paolo Rucavina (GC) – Gianni Benedetti (GTS) – Mauro Krauss (GSSG) – Ivan Castelrotto & Gianpaolo Pessina (USP CAI – PN)