Sono mesi che continuiamo imperterriti a batter zona e cercare una grotta per Bonni. Ne abbiamo trovate MOLTE, ma sono tutte modeste, tanto tempo speso, ma per ora magre soddisfazioni. Carso, Slovenia, Carnia, Canin poco importa, noi continuiamo a provarci. L’elenco di quelle da scendere continua ad allungarsi e in primavera daremo ampio sfogo alle disostruzioni … dita incrociate. Per il momento, stanchi di dedicare le nostre ormai scarse energie ad opere faraoniche di movimentazione terra ci stiamo indirizzando verso una sana speleologia 2.0: grotte già aperte da esplorare e basta. Deciso questo semplice obiettivo, Pippo ha settato i suoi driver di ricerca e nell’ultima settimana ne ha individuate 2 potenziali. Siamo impazienti di vedere con i nostri occhi.
Squadra “magica” (la solita) formata da Pippo, Potle, Kubo (PPK). Ore 10.30 partenza da Zgonik. Il buon Potle ci segue automunito millantando impegni alle 14.30 al max mentre io e Pippo smuoviamo il Land. 10 minuti scarsi e siamo al parcheggio in zona Samatorza. Ci dividiamo il pesante materiale (un secchio, un strangolin, un leverin, una zappetta, il distox) e sotto il peso delle nostre tute e merende ci incamminiamo al primo imbocco sul fianco di una depressione. Non si tratta di una grotta aperta, ma Pippo crede fermamente trattarsi di un pozzo occluso e già rilevato: vuole solo provare a vedere se si apre ravanando un po’ e se non accadrà poco male, poiché abbiamo le altre 2 grotte aperte da vedere. Io chiedo se ci entriamo tutti e 3 a lavorare suscitando gli sghignazzi dei miei compagni: non ho focalizzato che si tratta solo di uno sprofondamento di neanche mezzo metro di profondità e che non ci entra manco uno di noi! Lo scavo non dà i risultati sperati: tappo pieno, riempimento probabile, ma da affrontare in “modalità completa”. Molliamo il colpo dopo mezz’oretta scarsa, fatichiamo però non poco a tirarci dietro il buon Potle che si è dedicato ad un altro “assaggio” nei pressi, affascinato da una spaccatura qualunque che però lui reputa molto promettente e che noi sbeffeggiamo allegramente.
Ritorniamo sui nostri passi per affrontare una salita sulla collina a fianco. Tepore e aria primaverile. Quiete. Ci fermiamo subito in una radura pianeggiante al sole. Sul fianco una spaccatura orizzontale e resti di muri a secco. Pippo ci indica orgoglioso l’anfratto: ecco la cavernetta aperta da esplorare! Potle si butta dentro al volo seguito da Pippo, io (pirla) tardo un attimo e mi ritrovo a star fuori. La cavernetta è lunga circa 3 metri con il fondo riempito di pietrame: merita smuovere un po’ per vedere se prosegue. PIPPOTRIVELLA parte non appena ci distraiamo un attimo e veniamo sepolti da massi di varie dimensioni: Potle in posizione intermedia le rigira all’uscita dove io devo generare una masiera in tempi inesistenti. UN INCUBO: in meno di un’ora generiamo almeno un metro cubo di pietre. Pippo si ferma solo intimorito da METAMENARDI di dimensioni orrifiche degni di SHELOB. Potle accorre in suo soccorso, poi richiamati da me sull’orario (13 passate) escono dall’antro entusiasmandosi per le dimensioni della masiera. Li insulto e munito di cicchino vado dentro a vedere la cavernetta. L’aria non si capisce se e da dove arrivi, ma il posto è certamente una grotta che continua e lo scavo è semplice (in 4!). Da ritornarci sicuramente.
Molliamo il posto e saliamo la collina per arrivare alla “chicca” scoperta da Pippo: caverna aperta e non rilevata nonchè pulita. Top. Il meteo si guasta un pò, la nuvolaglia abbassa la temperatura e cadono rare gocce d’acqua. Potle che doveva scappare “ad ora di pranzo” agguanta il Distox e si mette a rilevare. Non sarò certo io a frenare il suo ritrovato entusiasmo e lo lascio fare! Esamino l’ambiente trovando belle concrezioni e piccole ossa sparse. Un pipistrello dorme mentre Pippo si infila in tutti i pertugi per trovare possibili prosecuzioni. Salta fuori un camino, io esco per vedere se troviamo un collegamento con l’esterno, ma niente da fare. Rimango fuori, mentre dopo una decina di minuti escono anche gli “eroi” soddisfatti. Potle ha fatto un po’ di fatica a rilevare (troppa inattività causa spalla ko purtroppo …), ma alla fine lo sviluppo è superiore ai 30 metri: dimensioni quasi inarrivabili in Carso ai giorni nostri, tanto più se “a gratis”. Ci complimentiamo: un bel lavoro!
Sono quasi le 17, scendiamo il colle e decidiamo di chiudere in bellezza in osmizza. Potle alla fine ha posticipato l’appuntamento delle 14.30 e ha ancora un’ora a disposizione. Ridiamo di gusto del suo modo di gestire i suoi impegni: un vero genio artistico! (grande invidia). Mentre beviamo dell’ottimo terrano, mangiando uova sode e un tagliere di formaggi decidiamo che il nome più appropriato per la grotta sarebbe “Grotta gratis” e ci ridiamo su. Potle confessa i suoi peccati a Padre Pippo mentre contiamo assieme i danni collaterali della nostra bravata odierna: Potle sente dolore alla spalla, io avverto indolenzimento alla fascia lombare, mentre Pippo è “semplicemente“ stanco, ciononostante, nei nostri ampi limiti, una pagnotta l’abbiamo portata a casa anche oggi.
Almanacco del giorno 18 febbraio 2017: il sole sorge alle ore 07.00 e tramonta alle ore 17.30, santo del giorno SANTO CLAVICOLA, si registra oggi una grotta gratis … tatarataraaataratatataraaaaaa tatarattataraaaa tatarattataraaaa. Sipario.