26 luglio
Ormai sono passate 2 settimane dall’ultima uscita esplorativa e non abbiamo fatto altro che riguardare i video e le foto scattate da Pippo, ipnotizzati dall’ultimo armo con la corda ciondolante nel buio ignoto. Personalmente mordo il freno. Pippo disgraziatamente lavora tutto il week end, gli altri sono impegnati su altri fronti e solo Toni è libero. Ci parliamo a 4 occhi, poi di comune accordo decidiamo di andare almeno io e lui visto che cmq c’è anche da dedicare un po’ di tempo al riarmo dell’ultimo pozzo appena esplorato utilizzando una corda ben più lunga di quella lasciata sul posto. A naso decidiamo di portarci il necessaire d’armo ed una corda da 90 metri da 9 poi si vedrà.
Alle 10 siamo al parcheggio. Sguardi di intesa e gioia repressa, ma rimaniamo silenziosi per scaramanzia. Mentre entriamo e scendiamo spiego a Toni nei dettagli cosa abbiamo visto e fatto io e Pippo la volta scorsa ed arriviamo in breve all’attacco del pozzo. Lo guardo e gli dico: “Stavolta tocca a te esplorare! Scendi per primo, sostituisci la corda sugli armi e poi buona discesa nell’ignoto: io ti seguo!”
Toni non se lo fa ripetere 2 volte, sorridente e concentrato inizia l’opera gustandosi la discesa nel pozzo nuovo di zecca. Sostituisce la corda sull’attacco di partenza, poi prosegue sui frazionamenti successivi con ritmo sereno e spedito. Arrivati al “Jenga” lo raggiungo e gli do le ultime indicazioni: “Non farti impressionare dalla frana, è stabile … io ti sto dietro e appena passi l’attacco doppio che si affaccia sul pozzo, ti raggiungo anch’io così scongiuriamo possibili cadute di pietruzze mooolto fastidiose … Ah …dopo la partenza scesi circa 5 metri hai un pendolo e quello è il punto dove Pippo si è dovuto fermare per mancanza di corda. Goditi la libera!!!”
Toni si infila nella frana e si affaccia al pozzo … silenzio e poi un strozzato “Kubo, ma che razza di grotta hai trovato??? Il pozzo è veramente impressionante!!!”. Gongolo e sminuisco la sua impressione aggiungendo che è una sensazione dovuta alla fine dei tratti “stretti” percorsi per arrivare fino a là …niente più. Silenzio … sento tichettare anelli e moschettoni … pochi minuti e arriva il “Libera!” Guardingo passo anch’io il passaggio in frana e mi affaccio alla cornice di pietra che si protende nel vuoto … rimango spiazzato e mi ammutolisco un attimo … poi mi schiarisco la voce e riprendo a parlare a Toni che sta riattrezzando l’ultimo attacco “Ehm … effettivamente hai ragione … fa un po’ impressione ….beh sai l’altra volta non si vedeva bene, c’era molta condensa …ehm …ecco …zzo” Poi scoppio a ridere fragorosamente e Toni fa lo stesso “AHAHAHAH! Che vertaaaa!” Non stiamo nella pelle.
Toni passa il frazionamento, mi guarda ed aggiunge ”Vado!”
Dall’alto vedo la luce che inizia a scendere appesa nel buio assoluto poi la sua Scurion alla massima potenza illumina pareti lontane, si intravede una grande stanza …enormi massi di frana da cui si innalza UN OBELISCO DI PIETRA candida! Stupore … Dopo una ventina di metri i piedi di Toni sfiorano il pavimento della sala, ma il pozzo prosegue inaspettatamente ancora sotto di lui. La corda non tocca e l’armo è ottimale: decide di proseguire la discesa finchè è possibile… Io sono sempre più felice: altri 5, 10, 15 metri in un pozzo in calcare compatto ed eroso di circa 5 metri di diametro: la luce si fa sempre più lontana e la voce di Toni si affievolisce. Silenzio. Rumori di pietre e di attrezzatura che sfrega il pavimento. Poi un “Libera tuttaaaaa ….scendiiiiii!”. Io incalzo subito con un “Continuaaaa????” Toni replica criptico “Il pozzo finisce qui … Scendi!”
Stacco la longe e scendo. Pendolo. Longe. Mezza chiave e chiave. Stacco il discensore e lo riattacco sulla libera. La corda è pesante … Tiro lungo: bene! Sorrido da solo. Rifaccio mezza chiave e chiave e stacco la longe mettendomi in opposizione. Adesso guardo giù. Stupendo: appena 2 metri sotto il frazionamento il nero assoluto: la parete rientra e parte la volta del salone … scendo in libera e cerco di illuminare il salone con il mio Mastrel: impossibile troppo grande. Intravedo l’Obelisco sarà alto 4 o 5 metri… incredibile. Arrivo a sfiorare anch’io il bordo della sala: sul pozzo si affacciano minacciosi massi enormi, ma pacifici basta non sollecitarli. Continuo la discesa. Il pozzo scende un po’ in obliquo, ma sempre bello largo e sano. Raggiungo il fondo. Cerco subito Toni con gli occhi e dico “Fighissimo!”, poi aggiungo “Continua da qualche parte o no?”. Toni ha uno sguardo ebete e una palese gioia repressa negli occhi luccicanti … mi dice “Stai guardando dalla parte sbagliata … girati …”.
Mentre giro la testa, aziona la Scurion alla massima potenza ed illumina una galleria con pareti concrezionate sui 5 metri di diametro che sembra svoltare sulla sx dopo una quindicina di metri … STUPORE. Mi rigiro e me lo ritrovo con in mano una bottiglietta di Prosecco e 2 bicchieri: “AL NUOVO -100 di Grotta Continua!!!”. Rido assieme a lui. Prendo il bicchiere e brindiamo assieme dopo un rigoroso autoscatto. Incredulità ed estasi.
“Stavolta tocca a te esplorare di nuovo … prego!” Penso a chi oggi non è potuto venire con noi. Pippo, Giusto, Valerio … il destino ha voluto fossimo io e Toni. E così sia. Metto il mio Mastrel al massimo ed inizio a camminare nella nuova galleria, mi muovo piano guardando a dove metto i piedi e scansionando tutto l’ambiente che mi circonda. Toni dietro con il suo faro illumina tutto a dovere ed inizia a scattare foto. Wow. Andar x gallerie in Carso e sotto Monte Grisa a -100: impagabile. Unica pecca il pavimento è di fango compatto, ma al momento non pernicioso. Percorsi i primi 20 metri arrivo all’angolo. Mi fermo mi giro e dico scaramanticamente a Toni “beh adesso giriamo e chiuderà …al solito”. Poi faccio un passo e punto la mia luce: SIIIIIIIII. CONTINUAAAA. Spettacolo incredibile: una fila di grosse stalattiti scende dal soffitto e lascia intravedere una galleria circolare che prosegue in discesa sempre con le stesse dimensioni … INCREDIBILE.
Ok. Mentre Toni fa foto io inizio a provare a capire cosa ci aspetta. Pozzi ahimè no … fanga ahimè sì. Con attenzione mi lascio scivolare come un surfista terrestre. Svissssshhhhhhh …. Splash. Rimanendo in piedi arrivo in una pozza d’acqua dove i miei “trombini” si piantano sicuri nell’argilla liquida. Nessun pericolo. Guardo in alto: tracce di concrezione 4 metri sopra di me delimitano il vecchio bordo della sala che una volta era completamente allagata. Al soffitto grosse stalattiti a “palla rovesciata” confermano che una volta quello era un lago.
Guardo davanti a me: la galleria risale e la volta della galleria costellata di evorsioni riprende la corsa a dx. Stiamo percorrendo un’ANTICA GALLERIA FLUVIALE: siamo stupefatti. Mi arrampico su per lo scivolo viscido. Raggiungo il bordo e guardo di nuovo: galleria dritta che continua con il pavimento segnato da vecchie vasche ormai asciutte e concrezionate. La fanga finisce. Ululo di gioia. Aspetto Toni e poi proseguiamo cercando di non portarci appresso troppa argilla incolpevolmente sotto ai nostri piedi.
Altri 10 metri poi la galleria allarga e si abbassa un po’, vasche si susseguono e si arrestano su una cortina di colonne e stalattiti. Gattoniamo e passiamo di là … la galleria prosegue con altre vasche a “scalino”, la galleria si restringe ancora per poi affacciarsi su uno slargo dove ci imbattiamo in una foresta di stalattiti: stupefacente. Non crediamo a quello che stiamo trovando: per ricchezza delle concrezioni e tipo di galleria mi vengono in mente solo la Grotta Savi o la “Skilan”, ma pur in ambienti più modesti una ricchezza così di concrezioni penso sia forse anche superiore ad entrambe …
Passata la foresta un nuovo sbarramento di colonne, stalattiti e stalagmiti ci costringe a gattonare di nuovo sempre increduli della bellezza di “spaghetti” e cannule anche di 2 metri a far da micro-colonne.
Dall’altra parte la galleria prosegue ancora con stalattiti zeppe di eccentriche lunghe anche 10 cm.
Mi siedo un po’ stordito. Così fa Toni. Siamo senza parole.
E’ fiabesco …
Proseguiamo ancora una decina di metri, ma le dimensioni della galleria si restringono sempre più per poi chiudere definitivamente l’esplorazione.
Aria qui non ce n’è cmq. Avremo percorso 70-80 metri di galleria FA – VO – LO – SA. Ritorniamo piano indietro attenti a non far danni e riguadagniamo la base del pozzo. Distrattamente diamo un occhio anche nell’angolo opposto alla galleria appena percorsa: una sala invasa da una frana da su un saltino scivoloso che sembra proseguire, ma è tardi e per oggi abbiamo visto anche troppo. Decidiamo di risalire e portare l’incredibile novella agli amici: il salone e il saltino sul fondo li vedremo assieme a loro la prossima volta!
All’uscita non stiamo nella pelle. Comunichiamo le novità via whatsapp, ma nessuno ci vuol credere … fino a quando non inviamo anche le foto: DELIRIO! BUMMMMM! Eravamo scesi pensando a cambiar corda e a dare un occhio ad una possibile prosecuzione …e invece … il destino ci ha messo lo zampino: un nuovo -100 con tanto di galleria fluviale incredibilmente concrezionata, un salone con obelisco e con prosecuzioni ancora da esplorare!
01 agosto
Dopo il botto del weekend passato stavolta siamo in 4, gli unici liberi: io, Toni, Pippo e Valerio. Ritrovo al solito orario. Ci portiamo un pezzo di corda ed il trapano per scendere il saltino individuato la volta scorsa. Io e Toni ci guardiamo e poi sentenziamo secchi a Pippo: “Stavolta tocca a te e Valerio esplorare …. Scendete per primi ed in bocca al lupo!”. Spariscono a velocità warp. Noi seguiamo più blandi. Arrivati in prossimità della verticale odiamo voci sotto di noi: ci affacciamo e vediamo i due speleonauti intenti a correre nel salone rimirando l’Obelisco!
Ridiamo e scendiamo rapidi raggiungendoli. Sguardi speranzosi si incrociano con altri più disillusi: il salone è notevole, ma non ci sono prosecuzioni apparentemente facili o evidenti… una delusione cocentissima ci assale. Ci sediamo e mangiamo un boccone. Mi girano i cosiddetti … come può essere mi dico… anche perché era giusto che anche gli altri avessero gustato la nostra stessa soddisfazione esplorativa. Fato.
Decidiamo di andare a vedere il saltino “al piano di sotto”. Scendiamo e via. Pippo all’armo: 2 fix e giù. Non toppa subito: meandro concrezionatissimo e discendente. Scendiamo anche noi. Tutto bellissimo, poi una curva secca a dx ed un camino concrezionato che toppa a 10 metri di altezza. Strano qui si percepisce un flusso d’aria importante, ma prosecuzioni non se ne vedono e siamo ad occhio e croce sotto il salone quindi sarà un ricircolo.
Ammutolisco. Fottuti. Game Over.
A parziale consolazione va comunque detto che la grotta è notevole, tecnica e non banale ed è sicuramente un -100: chi si accontenta gode. Godiamone! Tutti scattano foto e si risale per consentire a chi ancora non l’ha fatto di visitare la galleria delle meraviglie. Sorprendo i miei amici lasciandoli andare soli, ho deciso di aspettarli alla base del pozzo: voglio starmene un po’ da solo e gustarmi questo momento con Madre Terra.
Spengo la luce e li vedo scomparire nel buio… rimango in silenzio, avvolto dallo stillicidio. Chiudo gli occhi e mi rilasso. Ringrazio l’Altissimo per questa bella avventura iniziata 6 mesi fa. Pace interiore. Quando mi si sta per aprire anche l’ultimo chakra però vengo risvegliato dal bordello dei miei 3 compagni d’avventura: dopo oltre mezz’ora di galleria sono semplicemente entusiasti e ritornano sui loro passi dopo aver “rubato” un monte di foto e video …
Felici ci stringiamo le mani per l’impresa: peccato per chi non è potuto essere assieme a noi, ma ci saranno altre occasioni: morta una Grotta se ne fa un’altra!
Abbiamo ancora un grosso problema: quale nome dare a questa Grotta così speciale per noi? … sono mesi che ci penso. Dall’inizio. Niente. Nebbia. Buio. Gli altri mi incalzano, ma la scintilla non scatta neanche stavolta: capiterà presto dico loro, ma non è ancora oggi il giorno … Poesia del Kithai, filosofia di Sung venitemi in aiuto …