Oggi alla Grotta dei Cannelli siamo io, Celly e Gianni. Raggiungiamo veloci il passaggio da allargare sotto l’ultima strettoia ed inizio l’ennesima disostruzione. Dopo una mezz’oretta riesco a passare, e scendo nella stretta diaclasi allargando a mazzate un paio di restringimenti… poco sotto l’ambiente diventa comodo, ed atterro su di un pavimento di argilla. Alle mie spalle una breve diramazione orizzontale tra le concrezioni chiude, mentre di fronte a me due strettoie intransitabili separate da un minuscolo saltino lasciano intravedere un ambiente abbastanza largo col fondo argilloso cosparso di pietrame… hummm…
Chiedo a Celly sopra di me di lanciare qualche pietra nel pozzo principale e… BINGO!!! Le pietre arrivano effettivamente lì… come speravamo, abbiamo aggirato il punto ostico risparmiandoci un sacco di orrende fatiche. I miei compagni mi raggiungono ed attacchiamo la prima strettoia. Celly a questo punto ci deve a malincuore salutare, ha la notte sul lavoro, e rimango con Gianni. Il lavoro di disostruzione procede alacremente, e presto riesco ad infilarmi nel saltino; da qui, inizio a demolire la seconda strettoia e finalmente passo! Anche Gianni si infila nel budello verticale appena creato raggiungendomi all’agognata base del pozzo principale…
Ci guardiamo attorno: come in un incubo, ecco apparire dinanzi a noi l’ennesima ariosa strettoia… vi gettiamo alcune pietre che con echi sinistri sembrano rimbalzare tra le pareti di una stretta frattura… Si intravede vagamente del nero… Sono stanco ed infastidito, speravo di trovare finalmente del largo… Sono quasi propenso ad abbandonare per oggi, ma Gianni si siede con le gambe infilate nella strettoia ed inizia a smazzettare un “bobolo” di calcite affermando che, se riuscissimo a farlo fuori, probabilmente riusciremmo a passare. Dopo pochi colpi si arrende, perche la mia mazzetta secondo lui è eccessivamente pesante e rischia un’epicondilite… Prendo il suo posto, guardandolo benignamente, ed afferro il fedele “Mjölnir” compagno di mille scavi… senza temere epicondiliti di sorta, sferro un paio di violente mazzate al bobolo, reo di impedire la nostra gloriosa avanzata, e lo divelgo assieme ad un bel tratto di parete che cadendo mi sfiora il ginocchio (ciò non era previsto, ma tanto meglio!)… ora si che si passa, Thor sarebbe fiero di me!
Striscio coi piedi in avanti credendo di infilarmi nella solita diaclasi ed invece… sorpresona!!! Mi ritrovo seduto su di una corta ed assai ripida colata, con di fronte il nulla… ops! Le pietre lanciate non rimbalzavano, bensì rotolavano sul piano inclinato verso quella che parrebbe una sala piuttosto vasta. Dico a Gianni di raggiungermi, senza anticipargli nulla, ma l’astuto vecchio speleo ha già capito che qualcosa bolle in pentola! Quando sbuca dalla strettoia, gli impedisco amorevolmente di precipitare e ce ne stiamo lì, seduti dinanzi al nero, ammirando alcune lunghissime stalattiti: stavolta sembra che ce l’abbiamo fatta ad arrivare in zone più larghe…
Vista l’ora, siamo entrambi d’accordo che non avrebbe senso correre fuori a recuperare le corde, meglio tornare la prossima volta e goderci l’esplorazione con la calma. Però decido di approfittare del fatto che abbiamo trascinato sino a qui il pesantissimo trapano con la sua generosa scorta di accumulatori ed allargare ulteriormente tutti i punti stretti mentre risaliamo verso l’esterno. Gianni inizia ad incalzarmi con la solita tiritera (xè tardi… femo veloci… Mila me speta…) ma io ho recentemente scoperto, parlando con la diretta interessata che è letteralmente caduta dalle nuvole, che Mila in tutti questi giorni non ha mai chiesto a Gianni di tornare a casa presto, e che lui non aveva alcun impegno… in realtà il bricconcello bugiardo viene puntualmente colto, nelle prime ore del pomeriggio, da una misteriosa quanto insopprimibile smania di uscire da qualsiasi grotta e correre a casa… (alcuni luminari nel campo della psichiatria stanno studiando il suo caso per cercare di trovare una cura, ma sembra siano ancora in alto mare).
Così stavolta mi limito ad ignorarlo con un sorriso, e continuo serenamente a demolire come se non ci fosse un domani. Mi accanisco specialmente sull’ultima strettoia , quella che “c’era già” quando siamo venuti la prima volta, e che per motivi imperscrutabili nessuno di noi ha mai pensato seriamente di allargare nonostante funestasse non poco i nostri continui andirivieni… Ora la grotta è pronta per la nostra uscita decisiva!