E’ passato un lungo inverno ed è tempo di riprendere le esplorazioni sospese l’autunno passato. Tuttavia le cose cambiano, sempre e comunque, sennò che gusto ci sarebbe? A differenza dell’estate passata tutti sono più incasinati, chi per lavoro, chi per salute, chi perché si ritrova con una famiglia più numerosa e ciliegina sulla torta il meteo schifoso non dà tregua. Un bell’inizio non c’è che dire, ma è inutile farsi venire il mal di testa, l’importante è cominciare, il resto poi verrà da sè. Janez, Mauro, Seba, Edo & Co hanno speso già ben 2 uscite dedicandole esclusivamente al ripristino del tracciato del sentiero gravemente danneggiato dalle slavine invernali, per fortuna d’ora in poi ci si può finalmente concentrare di nuovo sulla sola “polpa” del progetto.
Con un occhio sempre al meteo riusciamo finalmente a “metter su” la prima uscita speleo puntando alla disostruzione della “strettoia della Bora”. Visto l’obiettivo premiante ci ritroviamo così ben in 4: Janez, Mauro, Edo ed il sottoscritto. UAUH, che banda de mostri. Partenza ore 06.30 da quadrivio di Opicina nella lussuosissima e nuova di zecca Dacia Logan di Mauro. Tappa in Bar a Resiutta e poi via al parcheggio per Casera Goriuda dove ci aspetta anche Sandrin “il 5° elemento” che ha pernottato lì con camper e famiglia al seguito. Spacchiamo il minuto e iniziamo subito a preparare gli zaini distribuendoci tutto il materiale, con una grande eccezione … il sottoscritto: non ho con me la mia attrezzatura speleo personale. Il perché è presto detto: ho la “schiena rotta” per 2 simpatiche ernie lombari apparse per magia in forma acuta la vigilia di San Nicolò cui sono seguiti 6 mesi di cortisone, risonanze magnetiche e fisioterapia che faccio tuttora. Attività speleo bandita, raccomandate lunghe camminate con giudizio. Non sono assolutamente al 100%, ma ho deciso di iniziare a “vedere l’effetto che fa” ritornare in montagna con uno zaino sulla schiena (dopo aver ricevuto il placet del fisioterapista!). Spero sinceramente di non dare fastidio alla squadra, ma di poter aiutare nei miei limiti facendo il jolly sherpa (senza esagerare!) ed entrando nella Casera di cui Gianni ha recuperato le chiavi, ma senza riuscire ad accedervi la volta scorsa (il mistero delle serrature …).
Alle 09.00 iniziamo la salita dopo aver salutato Maja che ci fissa sconsolata dall’oblò del camper come un cane abbandonato in autostrada (ma è con mamma!). Fa caldo, as usual e il passo è lento ma “inesorabile”. La gamba e la schiena all’inizio fanno sentire la loro costante “presenza”. Sto zitto e incrocio le dita. Man mano che sudo e mi riscaldo il dolore scende. Per scaramanzia continuo a stare zitto e la salita prosegue. Passati i tratti in parete si iniziano a vedere i segni delle slavine. Mi avevano avvertito, ma vedere con i propri occhi fa un effetto completamente diverso. Alcuni tratti sono completamente franati e il bosco prima e dopo la Casera di Sotto è seriamente danneggiato. Numerosissimi faggi sono caduti sul sentiero e dobbiamo anche scavalcarne parecchi + e + volte. Un vero parco giochi (perfetto per la mia schiena!). Giunti al canalone sotto la Grotta Clemente comincio ad avere qualche problemino di troppo. Sono stanco e grondo sudore. Cedo il passo e rimango indietro mentre gli altri mi sopravanzano. Dopo 2 ore e 45 finalmente raggiungo l’ingresso: un nevaio imponente riempie completamente la conca del Poiz. Mi cambio ed indosso vestiti asciutti terrorizzato che la schiena mi si blocchi in malo modo. Vuoto lo zaino e passo tutto il materiale da progressione agli altri 4. Gli altri si cambiano d’abito e Sandrin sfoggia con orgoglio gaio un completino underwear estremamente “captive”. Alle 13.00 entrano divisi in 2 squadre: Mauro ed Edo alla strettoia della Bora, Janez e Sandrin a “ripulire” un paio di punti di domanda del rilievo.
Spunta il sole. Rimango solo per un pò a riposare, poi pranzo e decido che è meglio muoversi perché inizio ad avvertire una sensazione del piffero in zona lombare. Inizia il piano B: scendo fino al bivio del sentiero e raggiungo Casera Goriuda fra ortiche orrende (sono in pantaloni corti!). Poggio lo zaino e faccio stretching: ne ho estremo bisogno e per fortuna funziona. Bevo qualcosa e poi mi metto a smanettare sulle serrature con il mazzo di chiavi che mi ha dato Janez: un bel casino. Alla fine scopro l’arcano: 2 chiavi sono identiche e non servono a nulla perché aprono e chiudono la porta SEMPRE APERTA del riparo invernale, mentre le altre 2 sono “spaiate” perché aprono una l’antiporta di dx, l’altra invece la porta interna di sx. Va beh mi do da fare con il crc brigo mi arabatto e poi finalmente ci riesco: entro. Missione compiuta! Sono le 17 passate. Un camoscio corre balzando nella radura. Mi rilasso sotto il sole. La schiena è malandata, ma per ora ha retto (miracolo). Le gambe invece sono andate, poiché sono completamente fuori allenamento. Speriamo bene per il ritorno a valle. Scambio di SMS (telecomunicazioni moderne) e alle 19.30 randez vous con gli altri 4 al bivio sotto Casera Goriuda. Grandi sorrisi. Tutti abbiamo raggiunto gli obiettivi della giornata: io sono riuscito ad entrare in Casera, gli altri hanno disostruito un bel tratto della strettoia della Bora armando anche un paio di passaggi “curiosi”. Alla fine con il materiale di risulta hanno pure lastricato il meandro creando un pavet a regola d’arte. Mancano ancora un paio di metri per finire: la volta successiva sarà quella buona. Giù! In un’oretta siamo di nuovo alle nostre auto, distrutti. Personalmente sono un po’ emozionato perché la schiena ha retto, ma le mie gambe no Mi convinco che se questa notte “a freddo” non sorgeranno grossi dolori forse nei prossimi mesi potrò pensare ad un recupero sostanziale che mi consenta di ritornare in sella. Chi vivrà vedrà. Ci fermiamo a Resiutta per frico e polletto “ritual” poi rientriamo sotto la pioggia nella “Logan” ascoltando canzoni di Vasco … “c’è un rilievo per te! .. non te lo aspettavi eh!?” … mi si chiudono gli occhi. Buonanotte fiorellino …
I 5 Fenomeni: Janez & Sandrin (GTS) – Mauro & Edo (GSSG) – Kubo – (GC)