È passato un anno esatto e la neve è abbordabile.
Celly è out, Giusto si sta dilettando in Uzbekistan, Pippo is lost, decidiamo di andare in Canin io, Potle, Toni, Bonni & Zdenka. C’è da pulire l’imbocco del Firn post inverno, riarmare almeno i primi 60 metri e portare su del materiale per prox mosse e poi ci sono tutti i pozzi in zona Ursich già siglati da Potle e Celly nell’uscita precedente. Ce n’è per tutti. La funivia è aperta, si va in giornata.
06.30 a Prosecco e via!
C’è anche Rip … (can in Canin!). Giornata stupenda. Saliamo all’imbocco sbuffando, ma “tonici” al suono di trombe fuori dal Gilbo: è ferragosto, it’s show time! Con stupore troviamo il ghiacciaio ridotto ai minimi termini: è più basso di com’era prima delle nevicate di un anno fa. Per raggiungere l’imbocco dobbiamo variare il percorso abituale passando sui gradoni rocciosi. Potle e Toni seguono un altro itinerario e mentre io mi affaccio all’imbocco del Firn sento dei rimbombi sotto di me. La cosa mi fa trasalire. Mi giro e noto i due una decina di metri sotto di me che confabulano ed armeggiano davanti alla parete dove finisce il ghiaccio e la neve. Sinapsi: devono aver trovato qualche collegamento col Firn! Grido loro di fermarsi immediatamente e spiego che ho sentito dei rimbombi nel pozzo armato: occhio! Rispondono che hanno trovato un buco in parete occluso da un masso che potrebbe essere meglio dell’ingresso attuale. Scendo a vedere. Non si passa. Si dovrebbe disgaggiare e non si può far nulla col pozzo armato. Sigliamo l’ingresso e gettiamo una bottiglietta di plastica vuota con un messaggio per coloro che lo troveranno.
Bene, 10 minuti in zona e abbiamo trovato un secondo ingresso del Firn. Decidiamo di dividerci in due squadre: io e Zdenka puliremo l’ingresso e armeremo il primo tratto del pozzo portando giù anche i materiali per la prox uscita di esplorazione mentre Potle, Toni e Bonni rintracceranno i pozzi siglati l’anno scorso, disgaggeranno gli ingressi e batteranno zona al di là della Sella. Pranziamo. Dal bivacco DVP salgono cori maschi: c’è il campo della CGEB. Sentiamo pietre cadere dalla Sella alla nostra destra: giriamo la testa e vediamo un essere umano solitario gps munito che scende leggero soffermandosi proprio agli imbocchi da noi già siglati: non ce lo aspettavamo. Potle benevolo gli grida: “Ciao! I pozzi li abbiamo già rilevati noi, se vuoi ho qui i rilievi!!“. L’altro, a sua volta sorpreso ringrazia e si dirige verso di noi. Tutti si sperticano su chi possa essere. Potle afferma: “è sicuramente di Udine, l’accento non mente!” Quando arriva vicino l’ospite si presenta: è di Verona e sta facendo solo un giro per vedere dal vivo il “mitico Canin”. Gran chiacchierata, poi ci salutiamo e proseguiamo ognuno per proprio conto …. per fortuna doveva essere friulano … Ahahah!!! Io e Zdenka ci cambiamo d’abito e iniziamo il disgaggio che durerà un’ora buona. Gli altri 3 spariscono verso la Sella. Finito il movimento massi inizio a riarmare l’imbocco e scendiamo. Il gomito che mi tormenta da un paio di settimane si fa subito sentire. Dannazione, un’ora di disgaggio e sono al capolinea. Mi intristisco, mi sa che dovró andare a far visita al mio caro fisioterapista al rientro a Trieste.
Arrivato al pendolo devo dare forfait il braccio mi fa proprio male. Zdenka mi sostituisce e completa l’opera tribolando non poco per trovare gli armi di Giusto e rimproverandomi per i nodi fatti. Boh, valle a capire queste femmine. Alle 16 siamo fuori. Gli altri ci raggiungono e narrano di molte altre grotte siglate ed anche rilevate. Ottimo! Guardo l’orologio:16.45 e alle 17.30 la cabinovia chiude!!! Io e Potle partiamo come siluri verso la meta: io la pista a piedi non me la faccio!!! Mi cappotto al rallenty nella morena: rido da solo mentre la ghiaia mi entra nel derma … non riesco a fermarmi, ma non mi disintegro per fortuna. Gli altri seguono con più calma anche perchè “soccorrono” 2 dispersi sulle morene di ritorno dal monte Canin. Alle 17.20 siamo in Sella Bila Pec: sudatissimi. Salutiamo distrattamente speleo non ben identificati ed ignudi in zona casermetta e giù alla cabinovia: ci saliamo all’ultimo minuto trovandoci il compagno scaltro dei 2 dispersi. Nel piazzale del parcheggio spettacolo di taranta selvaggia (a Sella Nevea!) e birra ghiacciata aspettando gli altri. Zdenka arriva poco dopo a bordo di un pick up, assieme agli zaini e ai “2 dispersi” – merito alla pietà dell’operatore della Promotour – Bonni e Toni scendono a valle scarichi lungo la pista.
Cena a Resiutta: polletto, frico e musica … Colpo di scena finale: Potle riconosce il motivo anni ’60 “Quando quando quando” del mitico Toni Renis e sottolinea tronfio “Bella, bella bella questa canzon de Iuris Iglesias“. Scoppiamo a ridere senza riuscire più a fermarci. Abbiamo toccato il fondo. Ritorniamo a casa. Che è meglio … ;-)
Chissà perchè quando si scrive “FIRN” … i contatti si “impennanoooooo” … ;-)