Prologo… (Pippo)
Questa domenica, desiderosi di relax e poco propensi alle usuali fatiche esplorative, abbiamo unanimamente deciso di ignorare il “dovere” dei numerosi impegni in agenda per gustarci il “piacere” di una tranquilla scampagnata sociale alla ben nota Strašna jama 4668S (ex 2913 Vg). Visto l’elevato numero di partecipanti (14 animali a due zampe + il cane RIP) alla fine si è deciso di dividerci in due squadre distinte: mentre il grosso della combriccola scendeva il pozzone d’ingresso con la rapidità e la discrezione tipiche di un orda barbarica, un losco terzetto composto, oltre che dal sottoscritto, da Toni ed Elisa (giunti orribilmente in ritardo e per questo non presenti nella foto di gruppo) approfittava dell’occasione per buttare l’occhio in un paio di grotte situate nelle immediate vicinanze (Dvojno brezno pri njivi 1 & 2, rispettivamente 5642 S – ex 2912 Vg – e 5643 S). Una scelta sicuramente azzeccata, considerando che alla Strašna io e Toni ci eravamo già stati e che gli ambienti di queste altre due grotte, per noi nuove, si sono rivelati più che godibili dal punto di vista estetico: una serie di salti caratterizzati da pareti compatte di roccia levigata, rese asciutte da una notevole circolazione d’aria. Una volta all’esterno, abbiamo atteso non poco i nostri “compagni di merende” ai quali cedo la parola….
Foto di Edoardo Nattelli e Filippo Gregori
Strašna jama (Giusto)
I fatti oscuri del 19 febbraio 2012 anno domini, rientrano chiaramente negli eventi che preludono alla fine dell’universo, pronosticata dai maya secoli or sono e a cui mancano ormai 10 mesi e due giorni. Vedere, infatti, tanti profughi speleologici a zonzo per la Valsecca di Castelnuovo è un segno prodigioso quanto funesto! Caricati su oscuri carri emersi dagli inferi, fummo trasportati all’ingresso dell’oscuro abisso – ho già usato “oscuro” come aggettivo!? – ove la torma insaziabile di profondità si preparava alla discesa in profondità innominabili proibite alla coscienza dell’uomo.
“Pazzi“, esclamò un passante con lucida et tonda protuberanza cranica, “per quello abisso in numero sì elevato un numero pantagruelico di ore rimarrete intrappolati!“; ma non fu ascoltato e lenti come emendamenti scesero i folli! Grande fu l’attesa sopra e sotto il pozzo, ampiamente ripagata dagli immensi spazi e sconfinati silenzi – qua il copyright mi denuncia – di colate magnifiche a guisa di medusa, camini infiniti e gallerie che avevano conosciuto un’acqua incontaminata dall’uomo e più antica dei suoi più neri incubi!
Vagammo ignari per quelle immensità sinché il richiamo della luce e di un cambio d’abiti non distrasse i meno forti e li menò su per il pozzo, ove inizio un lento purgatorio. Altri, più forti o solo più incoscienti proseguirono il cammino, e si calarono in una sala che di certo aveva ospitato riunioni di esseri le cui proporzioni sono eresia per i nostri occhi.
Fummo forti o stolti!? Certo i massi che ci salutarono scendendo il pozzo mentre lo salivamo avevano un’opinione precisa in materia, ma nemmeno lo schianto del calcare poteva fermarci, e finalmente uscimmo a rivedere le stelle…..perché oramai era buio e si poteva sperare solo nel cambio d’abiti!
Con giornate così ci si gode una speleologia diversa, fatta di frasi e battute di spirito, piene di allegria. E’ stato come andare in gita con la famiglia e questo, almeno per me, ha sempre un grandissimo valore.
Uscire con la maraja de Grotta Continua non sarà sempre così bucolico…ma ne varrà decisamente la pena.
Grazie e a Presto!
Filippo