Antefatto: Sabato 26 aperitivo pre cena in compagnia di Francy e Paolo. Propongo di fare un po’ di attività il giorno dopo. Dove e come non si sa, ma grazie a qualche aperolspritz sono folgorato come San Paolo sulla via di Damasco. Non lo so per quale alchimia strana, ma mi sono ricordato di una grotta fatta tanto tempo fa… “Domani vi porto in un posto carino, è una sorpresa”.
Alle dieci, come da programma, rendez-vous per un caffè e poi via verso la Val Rosandra. La nostra meta è la Grotta del Laminatoio nei pressi della vedetta di Crogole, versante est del monte Carso. Giornata con sole velato. Posteggiata la Edox-machine vicino al piccolo cimitero di San Dorligo della Valle (nessuno si è mai lamentato), alle dieci e mezza siamo pronti ad andare. Una piacevole carrareccia in falso piano ci porterà alla vedetta, dove con la scusa del panorama, ci facciamo un “rebechìn“. Da qui un sentiero si inerpica deciso e dopo qualche centinaio di metri arriviamo in zona buco. A questo punto mi guardo attorno, sono passati vent’anni dall’ultima volta che sono stato qui. Cerco, fra la vegetazione che non riconsco più, un muretto a secco. Lo intravedo e mi dirigo verso la grotta a colpo sicuro. In un attimo l’orologio è tornato indietro e ho rivisto i momenti, quando assieme al buon Pippo, abbiamo allargato quel pertugio che prometteva. Quel giorno, durante lo scavo, Pippo mi abbandona con un “vado a veder qua sora… torno subito”. Quel torno subito non fu così, perché quando ritornò il pertugio si era trasformato in un comodo accesso. “Scusa!” e poi mi dice che ha trovato un’altra grotta (che sarebbe diventata in seguito la famigerata Caverna degli Orsi… ma questa è un’altra storia e un giorno forse ve la racconterà lui). Tornando a noi, nel frattempo ci siamo cambiati e quindi faccio strada. Dopo la prima stanzetta comoda, mi infilo attraverso un pertugio all’esteso laminatoio che porta alla sala centrale: basso ed imperscrutabile, per lo più inaccessibile per l’altezza ridotta e per le svariate colonnette, stalagmiti e stalattiti che costituiscono la caratteristica principale di questa bella grotta. La sala principale e la galleria che ne costituisce la continuazione, si sviluppano parallele al pendio esterno. Tutta la grotta è ricca di bellissime concrezioni di ogni tipo. Drappeggi, piccole colonnette, grappoli di cannule e vaschette di concrezione ovunque. Foto di rito per immortalare la sempre sorprendente natura. Visitata la cavità in tutti i suoi dettagli, dopo circa un’ora usciamo all’esterno soddisfatti. Ad attenderci fuori infreddolita Francy e scodinzolante Summer. A questo punto sono già le tre e decidiamo che per concludere la giornata un’Osmiza ci stà. Calici alla mano ci ripromettiamo di ripetere l’escursione tra altri vent’anni! Hanno partecipato a questo viaggio nel passato Francy, Paolo, Phil, Summer e lo scrivente.
Visitai la Grotta del Laminatoio, nel 2006, assieme a Danny ed un vecchio amico di roccia, Bruno Baldi. Siamo stati molto perplessi con l’ abbondanza di congrezioni trovati in questa piccola cavita’, tutto bellissimo!
Saluti,
Armando Corvini – Canberra Australia
Danny Corvini – Canberra Australia
Bruno Baldi – Trieste